È una pratica in cui si risponde a bisogni sopiti, somatizzati, accantonati delle persona, ma che dal corpo e col corpo vogliono uscire perché con le parole non riescono. È un momento di riequilibrazione, elaborazione e vissuto di quelle cure primarie che hanno determinato la nostra persona. Attraverso oggetti mediatori (palla morbida, teli..) lo psicomotricista mira al far sperimentare alla persona un dialogo tonico ancora sconosciuto, un momento in cui con fiducia essa si affida passivamente, senza controllo,nelle mani dell'altro che risponde al bisogno di cure. È un momento di accolta delle emozioni, sensazioni, paure, tensioni, senza giudizio, senza soluzioni, permettendo alla persona di guardarsi dentro e di poter rielaborare vissuti passati.
A chi si rivolge? A chiunque ne senta il bisogno, il richiamo. Spesso si consiglia in presenza di tensioni di varia entità, disturbi d'ansia, situazioni di stress psico-fisico, traumi non elaborati, difficoltà nella consapevolezza e gestione delle emozioni, autovalutazione e bassa autostima.