LA PUBALGIA: UN DISTURBO COMPLESSO
12/03/2022 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano
La pubalgia é una condizione infiammatoria che interessa l’area del pube e che può risultare invalidante se non trattata per tempo. Quadri severi di questo disturbo possono impedire o limitare fortemente il movimento e chi ne soffre lamenta una riduzione della qualità di vita. La problematica è riconosciuta essere di grande impatto sulla spesa sanitaria, sui congedi per malattia e sull’invalidità lavorativa.
Generalmente la pubalgia si manifesta con dolore a livello inguinale o sovrapubico che può irradiare verso la coscia o gli addominali e che si esacerba con colpi di tosse, starnuti, alla palpazione o in risposta a cambi di direzione. La sua causa è spesso imputabile a un disturbo di natura muscolare, per questo è conosciuta anche come ‘sindrome retto-adduttoria’, che ben chiarisce perché sia un infortunio comune nella popolazione giovane e colpisca in particolar modo gli atleti, professionisti e non, che praticano sport multi-direzionali.
Quando indaghiamo un dolore a questo distretto è necessario prendere in considerazione un complesso di strutture come l’inguine, l’anca, il bacino, i tessuti fasciali che fanno da contenzione ed eventuali problematiche appartenenti alla sfera medica che possono provocare dei sintomi in questa area.
Quest’ampia varietà di strutture e le potenziali lesioni rendono da sempre complesso l’inquadramento clinico della pubalgia che tuttora porta a strategie terapeutiche fortemente discutibili e a un’alta percentuale di insuccesso nel trattamento conservativo a favore della chirurgia. È fondamentale che il clinico sia in grado di differenziare la tipologia di dolore al pube.
È stata quindi istituita recentemente una tavola internazionale dove i massimi esperti hanno raggiunto un accordo sulla terminologia e la classificazione di questo disturbo (Doha Consensus). Sono state individuate almeno 3 grandi categorie d’interesse pubalgico: correlato a disturbi muscolari (adduttori, ileopsoas), inguinali o pubici; correlato a un’affezione propria dell’anca; derivante da una problematica di pertinenza medica (ortopedica, neurologica, oncologica o uroginecologica).
Dal punto di vista riabilitativo è utile ricordare che la sinfisi pubica funge da crocevia di tensioni provenienti da direzioni opposte: in alto dalla parete addominale, in basso dal sistema in parallelo adduttori/abduttori e internamente come risposta a spinte pressorie viscerali (v. ernia inguinale).
La lesione, la debolezza o il malfunzionamento di una struttura muscolo-legamentosa rappresentata da questi tre vettori forza comporta inevitabilmente uno squilibrio funzionale.
Per contrastare questo fastidioso disturbo in maniera efficace è quindi necessario effettuare un’attenta anamnesi clinica in grado di indagare l’ampio spettro delle cause di pubalgia, creare un planning riabilitativo basato su criteri progressivi e monitorare il paziente nel suo miglioramento.
Generalmente la pubalgia si manifesta con dolore a livello inguinale o sovrapubico che può irradiare verso la coscia o gli addominali e che si esacerba con colpi di tosse, starnuti, alla palpazione o in risposta a cambi di direzione. La sua causa è spesso imputabile a un disturbo di natura muscolare, per questo è conosciuta anche come ‘sindrome retto-adduttoria’, che ben chiarisce perché sia un infortunio comune nella popolazione giovane e colpisca in particolar modo gli atleti, professionisti e non, che praticano sport multi-direzionali.
Quando indaghiamo un dolore a questo distretto è necessario prendere in considerazione un complesso di strutture come l’inguine, l’anca, il bacino, i tessuti fasciali che fanno da contenzione ed eventuali problematiche appartenenti alla sfera medica che possono provocare dei sintomi in questa area.
Quest’ampia varietà di strutture e le potenziali lesioni rendono da sempre complesso l’inquadramento clinico della pubalgia che tuttora porta a strategie terapeutiche fortemente discutibili e a un’alta percentuale di insuccesso nel trattamento conservativo a favore della chirurgia. È fondamentale che il clinico sia in grado di differenziare la tipologia di dolore al pube.
È stata quindi istituita recentemente una tavola internazionale dove i massimi esperti hanno raggiunto un accordo sulla terminologia e la classificazione di questo disturbo (Doha Consensus). Sono state individuate almeno 3 grandi categorie d’interesse pubalgico: correlato a disturbi muscolari (adduttori, ileopsoas), inguinali o pubici; correlato a un’affezione propria dell’anca; derivante da una problematica di pertinenza medica (ortopedica, neurologica, oncologica o uroginecologica).
Dal punto di vista riabilitativo è utile ricordare che la sinfisi pubica funge da crocevia di tensioni provenienti da direzioni opposte: in alto dalla parete addominale, in basso dal sistema in parallelo adduttori/abduttori e internamente come risposta a spinte pressorie viscerali (v. ernia inguinale).
La lesione, la debolezza o il malfunzionamento di una struttura muscolo-legamentosa rappresentata da questi tre vettori forza comporta inevitabilmente uno squilibrio funzionale.
Per contrastare questo fastidioso disturbo in maniera efficace è quindi necessario effettuare un’attenta anamnesi clinica in grado di indagare l’ampio spettro delle cause di pubalgia, creare un planning riabilitativo basato su criteri progressivi e monitorare il paziente nel suo miglioramento.