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La fisioterapia dell’alluce valgo

09/03/2021 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano

L’alluce valgo è una delle problematiche più comuni a carico della parte anteriore del piede.

Si tratta di una deformazione che coinvolge l’articolazione del primo dito: la metatarso-falangea. In generale le articolazioni sono dispositivi giunzionali che hanno la sorprendente capacità di unire tra loro due o più ossa conferendole un certo grado di mobilità, caratteristica non propria di queste strutture rigide.

Nel caso della metatarso-falangea dell’alluce il ponte viene a crearsi tra l’osso del primo metatarso del piede e la prima falange.

Quando tra queste due ossa disposte in serie si viene a formare una deviazione articolare (di fatto una sublussazione) possiamo parlare di alluce valgo. All’ispezione è evidente uno spostamento dell’alluce verso le altre dita e una graduale deposizione ossea che crea una prominenza sul lato interno del piede. La deformità presenta diversi gradi di severità e solo superati i 15° di angolazione diventa una certezza diagnostica.

Tralasciando il discorso estetico, l’alluce valgo è causa di difficoltà nel cammino e nell’equilibrio e di dolore nella parte interna del piede a cui spesso si può associare una callosità sotto il metatarso adiacente (cheratosi plantare).

La prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età, arrivando a colpire più del 35% degli over 65, interessando maggiormente il sesso femminile.

Vi sono fattori predisponenti, come il peso, la lassità dei legamenti o il piede piatto.

Anche la tipologia di calzatura utilizzata può essere decisiva nell’insorgenza dell’alluce valgo. Le scarpe strette e i tacchi alti possono infatti alterare l’appoggio plantare provocando un deficit di forza di alcuni muscoli del primo dito del piede: gli abduttori. Oltre ad eventuali debolezze e accorciamenti muscolari, durante la valutazione è utile indagare se a monte vi sono altre articolazioni del piede che hanno ridotto il loro grado di mobilità e stanno contribuendo a questa problematica.

Per misurare l’entità del danno è importante associare la valutazione radiografica a quella clinica. In questo modo è possibile stabilire, eventualmente in collaborazione con un medico fisiatra o ortopedico, se l’approccio chirurgico è necessario.

La fisioterapia ha dimostrato essere molto efficace e vantaggiosa per rapida esecuzione, ridotti costi e soprattutto minor rischio di complicanze rispetto all’intervento.

In una prima fase può essere utile confezionare bendaggi che aiutano a diminuire il dolore notturno e valutare la necessità di plantari per il supporto dell’arco del piede. Ottimi risultati si ottengono con la terapia manuale, l’esercizio terapeutico e l’insegnamento del corretto appoggio sul primo arco del piede. Importante anche la fase dell’educazione sul tipo di calzature da portare.

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