L’OSTEOPATIA NELLA CURA DELLA NEVRALGIA DEL TRIGEMINO
11/02/2023 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano
Per comprendere cosa intendono le scienze per nevralgia del trigemino è doveroso dapprima chiarire singolarmente l’accezione dei due termini accostati. Si definisce nevralgia una condizione non fisiologica che provoca un dolore molto intenso a causa di un nervo danneggiato o irritato. La persona colpita da questo disturbo neuropatico riferisce dolenzia, intorpidimento o formicolio nella zona terminale del nervo, non lungo il suo decorso.
Vengono invece chiamati trigemini i due nervi cranici numero cinque appartenenti alle dodici paia presenti all’interno del nostro corpo. Di tutti i nervi encefalici il trigemino è il più voluminoso e deve il suo nome al fatto che la sua anatomia comprende a sua volta altri tre nervi distinti (la diramazione oftalmica, quella mascellare e la mandibolare). La sua estensione ci fa intuire l’enorme importanza: è lui il responsabile di gran parte della sensibilità della faccia e del controllo dei muscoli della masticazione!
La nevralgia del trigemino è una condizione dolorosa, spesso cronica, che genera dolori lancinanti lungo la distribuzione sensoriale delle sue tre branche nervose e che possono essere scatenati da stimolazioni molto lievi. Gesti usuali come lavarsi i denti, baciarsi, bere e masticare, radersi o truccarsi ma addirittura anche toccarsi il viso, parlare o sorridere, possono essere la “miccia” che innesca le crisi di dolore. Questa condizione può avere un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone colpite, tanto da essere un terreno fertile per altre potenziali problematiche come la perdita di perso, l’isolamento sociale e la depressione.
Generalmente a soffrirne sono maggiormente le donne e le persone al di sopra dei 50 anni. Delle tre diramazioni trigeminali quella colpita con maggior frequenza è indubbiamente quella mascellare (denti e gengive dell’arcata superiore) motivo per il quale questo disturbo viene accertato in prima visita dal dentista piuttosto che dal medico di base. La diagnosi è basata interamente sull’anamnesi e l’esame obiettivo neurologico e non necessita di ulteriori esami strumentali salvo la necessita di escludere altre patologie che possono causare dolore facciale (in tal caso il medico opterà per indagini come la radiografia dentale, la risonanza o l’angio-risonanza).
Solitamente gli antidolorifici comuni non sono efficaci nel trattamento di questa affezione e il dolore può essere lenito con una terapia anticonvulsivante in modo da rallentare gli impulsi elettrici del nervo e sopprimere in parte il dolore. Essendo però la nevralgia del trigemino una malattia a lungo termine la terapia farmacologica tende ad essere meno efficace negli anni, portando i pazienti a valutare l’opzione chirurgica.
L’osteopatia, in concerto con il dentista, può essere un valido aiuto nella gestione e nella risoluzione di questo disturbo, andando a valutare e trattare con tecniche gentili di terapia manuale i distretti interessati dal quinto nervo cranico e le aree dove si manifesta la crisi di dolore trigeminale (la cervicale, il massiccio facciale, le articolazioni temporo-mandibolari, la muscolatura masticatoria e l’apparato stomatognatico).
Vengono invece chiamati trigemini i due nervi cranici numero cinque appartenenti alle dodici paia presenti all’interno del nostro corpo. Di tutti i nervi encefalici il trigemino è il più voluminoso e deve il suo nome al fatto che la sua anatomia comprende a sua volta altri tre nervi distinti (la diramazione oftalmica, quella mascellare e la mandibolare). La sua estensione ci fa intuire l’enorme importanza: è lui il responsabile di gran parte della sensibilità della faccia e del controllo dei muscoli della masticazione!
La nevralgia del trigemino è una condizione dolorosa, spesso cronica, che genera dolori lancinanti lungo la distribuzione sensoriale delle sue tre branche nervose e che possono essere scatenati da stimolazioni molto lievi. Gesti usuali come lavarsi i denti, baciarsi, bere e masticare, radersi o truccarsi ma addirittura anche toccarsi il viso, parlare o sorridere, possono essere la “miccia” che innesca le crisi di dolore. Questa condizione può avere un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone colpite, tanto da essere un terreno fertile per altre potenziali problematiche come la perdita di perso, l’isolamento sociale e la depressione.
Generalmente a soffrirne sono maggiormente le donne e le persone al di sopra dei 50 anni. Delle tre diramazioni trigeminali quella colpita con maggior frequenza è indubbiamente quella mascellare (denti e gengive dell’arcata superiore) motivo per il quale questo disturbo viene accertato in prima visita dal dentista piuttosto che dal medico di base. La diagnosi è basata interamente sull’anamnesi e l’esame obiettivo neurologico e non necessita di ulteriori esami strumentali salvo la necessita di escludere altre patologie che possono causare dolore facciale (in tal caso il medico opterà per indagini come la radiografia dentale, la risonanza o l’angio-risonanza).
Solitamente gli antidolorifici comuni non sono efficaci nel trattamento di questa affezione e il dolore può essere lenito con una terapia anticonvulsivante in modo da rallentare gli impulsi elettrici del nervo e sopprimere in parte il dolore. Essendo però la nevralgia del trigemino una malattia a lungo termine la terapia farmacologica tende ad essere meno efficace negli anni, portando i pazienti a valutare l’opzione chirurgica.
L’osteopatia, in concerto con il dentista, può essere un valido aiuto nella gestione e nella risoluzione di questo disturbo, andando a valutare e trattare con tecniche gentili di terapia manuale i distretti interessati dal quinto nervo cranico e le aree dove si manifesta la crisi di dolore trigeminale (la cervicale, il massiccio facciale, le articolazioni temporo-mandibolari, la muscolatura masticatoria e l’apparato stomatognatico).