L’approccio osteopatico ai disordini intestinali
04/12/2020 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano
Sempre più persone soffrono di disturbi allo stomaco e all’intestino, il più delle volte per cause psicosomatiche. Tra queste una delle più comuni è sicuramente lo stress. Il tema del rapporto tra sistema nervoso centrale (SNC) ed enterico (SNE) è sempre più indagato nella ricerca clinica. Cervello e intestino sono infatti in grado di comunicare e modularsi vicendevolmente grazie a una complessa rete formata principalmente da altri tre sistemi (periferico, endocrino e immunologico). Ognuno di noi ha sperimentato, almeno una volta, come da un’eccessiva tensione emotiva possa facilmente derivare una contrazione anomala della muscolatura viscero-addominale che a sua volta può predisporre a sintomi quali stipsi, diarrea, alterazione della motilità intestinale, meteorismo e gonfiori addominali. In un quadro più strutturato, quando la base fisiopatologica non è correlata a lesioni patologiche o severe, queste problematiche rientrano nei disturbi funzionali, con l’implicazione di alcuni o tutti i tratti dell’apparato gastroenterico. In presenza di tali situazioni viene meno l’armonia digestiva, dalla quale derivano adeguate funzioni di assorbimento o escrezione dei componenti nutrizionali.
Ma questi disordini possono inoltre depotenziare il nostro sistema di difesa da agenti estranei e nocivi. L’intestino è infatti il depositario più importante del sistema immunitario. Se noi potessimo idealmente srotolare il nostro intestino nella sua completezza, la superficie ottenuta sarebbe ampia quasi 300 metri quadrati. Una simile estensione è in grado di ospitare miliardi di microorganismi che contribuiscono a produrre circa il 60-70% di tutte le cellule immunitarie del nostro organismo. Questo è ciò che prende il nome di flora batterica intestinale (microbiota). Quando questa barriera naturale aumenta la sua permeabilità, viene favorita l’entrata di allergeni e antigeni che possono scatenare reazioni immunitarie e predisporci a patologie sistemiche autoimmuni.
Abbiamo velocemente visto come un’alterata mobilità intestinale possa essere un terreno fertile per l’insorgenza di problematiche molto più importanti e strutturate.
Come ci può aiutare l’osteopatia? Il trattamento manipolativo osteopatico, una volta escluse controindicazioni di carattere medico, è in grado di valutare e ristabilire la mobilità persa grazie a test e tecniche viscerali che riducono le tensioni gastrointestinali. Vengono associate tecniche strutturali sulla colonna vertebrale e il bacino per correggere eventuali blocchi o limitazioni che influenzano il funzionamento intestinale.
L’approccio conservativo a problematiche intestinali si completa qualora necessario con strategie di sostegno come il supporto nutrizionale, l’educazione a esercizi terapeutici, la necessità di intraprendere un percorso di regolare attività fisica ed eventualmente un supporto psicoterapeutico volto a ristabilire il benessere psicologico della persona.
Ma questi disordini possono inoltre depotenziare il nostro sistema di difesa da agenti estranei e nocivi. L’intestino è infatti il depositario più importante del sistema immunitario. Se noi potessimo idealmente srotolare il nostro intestino nella sua completezza, la superficie ottenuta sarebbe ampia quasi 300 metri quadrati. Una simile estensione è in grado di ospitare miliardi di microorganismi che contribuiscono a produrre circa il 60-70% di tutte le cellule immunitarie del nostro organismo. Questo è ciò che prende il nome di flora batterica intestinale (microbiota). Quando questa barriera naturale aumenta la sua permeabilità, viene favorita l’entrata di allergeni e antigeni che possono scatenare reazioni immunitarie e predisporci a patologie sistemiche autoimmuni.
Abbiamo velocemente visto come un’alterata mobilità intestinale possa essere un terreno fertile per l’insorgenza di problematiche molto più importanti e strutturate.
Come ci può aiutare l’osteopatia? Il trattamento manipolativo osteopatico, una volta escluse controindicazioni di carattere medico, è in grado di valutare e ristabilire la mobilità persa grazie a test e tecniche viscerali che riducono le tensioni gastrointestinali. Vengono associate tecniche strutturali sulla colonna vertebrale e il bacino per correggere eventuali blocchi o limitazioni che influenzano il funzionamento intestinale.
L’approccio conservativo a problematiche intestinali si completa qualora necessario con strategie di sostegno come il supporto nutrizionale, l’educazione a esercizi terapeutici, la necessità di intraprendere un percorso di regolare attività fisica ed eventualmente un supporto psicoterapeutico volto a ristabilire il benessere psicologico della persona.