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IL TRATTAMENTO DEI DOLORI MESTRUALI

18/07/2022 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano

La dismenorrea è indubbiamente una delle condizioni di interesse ginecologico più comuni nelle donne in età fertile (fino all’80%) e si traduce con la presenza di sintomi dolorosi in corrispondenza del flusso mestruale. Stando alle statistiche risulta essere addirittura la prima causa di assenteismo ricorrente da scuola o dal lavoro. Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato tre tipologie di dismenorrea classificandola in primaria, secondaria e non specifica.

Secondo questa nomenclatura, quella di tipo primario viene fatta per diagnosi clinica quando viene esclusa la dismenorrea secondaria, ovvero quella organica dovuta ad anomalie della pelvi o altre malattie ginecologiche e/o intestinali.

Solitamente i dolori mestruali si manifestano il primo o il secondo giorno di ciclo nella regione sovra-pubica ma possono irradiare anche verso la regione lombare o delle cosce. A questi sintomi caratteristici possono essere combinati quelli tipici della sindrome premestruale (tra l’ovulazione e l’inizio del ciclo) come il gonfiore addominale o nella zona mammaria, l’irritabilità, la stanchezza o l’ansia.

La causa della dismenorrea primaria sembra sia dovuta a un aumento importante di prostaglandine, sostanze che nelle donne sono implicate nella regolazione di ormoni sessuali come il progesterone, che stimolano la contrazione uterina e che pare siano i responsabili dell’inizio dei sintomi.

Anche se la maggior parte dei dolori da ciclo è di tipo primario (esente da patologie) può essere utile valutare con il proprio medico l’assenza di lesioni pelviche strutturali attraverso l’ecografia pelvica o altri esami strumentali specifici.

La terapia farmacologica con l’impiego di antinfiammatori aiuta ad alleviare i sintomi e se fallisce, il ginecologo può valutare l’aggiunta di un contraccettivo orale a basso dosaggio come terapia ormonale di rinforzo.

Generalmente il trattamento della dismenorrea inizia sempre con un adeguato riposo, almeno 8 ore a notte, e regolare esercizio fisico aerobico.

Anche la fisioterapia può essere d’aiuto?

In letteratura vi sono evidenze di come sia importante associare anche la fisioterapia, lavorando sul diaframma, sulla mobilità della colonna lombare e dell’osso sacro, insegnando al paziente esercizi di ginnastica posturale e del pavimento pelvico e completando il trattamento con tecniche osteopatiche dolci nella regione addomino-pelvica per migliorare l’afflusso di sangue uterino e il drenaggio della pelvi.

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