FASCITE PLANTARE : CAUSE E GESTIONE FISIOTERAPICA
05/10/2022 - Scritto da: Dott. Tommaso Cusimano
Chi di noi non ha mai sofferto di dolore sotto la pianta dei piedi?
La mattina, non appena ci si alza dal letto, sembra quasi di camminare sui vetri rotti e la rigidità sotto al piede può minare anche le attività quotidiane più semplici. La fasciopatia plantare, spesso chiamata fascite, è la più comune causa di dolore al tallone.
In una piccola percentuale di pazienti questo disturbo si manifesta più anteriormente a livello del corpo della fascia, quello che in anatomia conosciamo come mesopiede.
Il motivo di questa affezione deriva maggiormente da una degenerazione della fascia plantare ma in alcuni casi è espressione anche di una sua irritazione o infiammazione.
Per capire la causa di questa alterazione può essere utile immaginare com’è fatta tale struttura. La fascia plantare è una sorta di “corda” tesa sotto il piede tra il calcagno e le dita. La sua continua messa in tensione tra questi due punti favorisce il supporto delle nostre ossa della volta plantare così da evitarne un probabile crollo che andrebbe inevitabilmente a comprimere strutture importanti e delicate come nervi e vasi sanguigni sottostanti. Oltre al ruolo di protezione questa corda naturale funge da ancoraggio per diverse strutture muscolari risultando essenziale anche per la corretta biomeccanica del piede. Da questa ne deriva la giusta distribuzione del carico durante il cammino e quindi il nostro benessere. Risulta semplice ora intuire come, essendo la fascia un crocevia di tensioni, la probabilità che venga sottoposta a stress eccessivo sia estremamente alta per chiunque.
La fascite è una problematica ancora più comune negli sportivi, solitamente i runners, che corrono in punta dei piedi, affrontano salite impegnative o eseguono frequenti cambi di direzione che favoriscono un ulteriore affaticamento meccanico.
Il dolore della fascite è spesso associato da molti sanitari a un reperto radiologico occasionale: la spina calcaneare. Importante è ricordare che questa escrescenza ossea è riscontrabile in più del 30% degli adulti che non hanno sintomi di tallonite. Di conseguenza una diagnosi di spina calcaneare comunicata al paziente genera un forte stress che aumenta il rischio di cronicizzazione del dolore e dovrebbero essere effettuate solo per escludere patologie gravi. Le onde d’urto sono un’opzione di trattamento della fascite efficace solo nei casi di dolore persistente. Attualmente le raccomandazioni per il trattamento della fascite includono nella maggior parte dei casi il ricorso allo stretching, ai plantari ortopedici o alle iniezioni. Queste sono soluzioni che possono rivelarsi efficaci nel breve periodo ma spesso non risolvono definitivamente i dolori, soprattutto nei runners.
La letteratura scientifica ha dimostrato come il trattamento elettivo per la fascite sia programmare un graduale rinforzo del fascio plantare con esercizi specifici e una corretta progressione del carico.
La mattina, non appena ci si alza dal letto, sembra quasi di camminare sui vetri rotti e la rigidità sotto al piede può minare anche le attività quotidiane più semplici. La fasciopatia plantare, spesso chiamata fascite, è la più comune causa di dolore al tallone.
In una piccola percentuale di pazienti questo disturbo si manifesta più anteriormente a livello del corpo della fascia, quello che in anatomia conosciamo come mesopiede.
Il motivo di questa affezione deriva maggiormente da una degenerazione della fascia plantare ma in alcuni casi è espressione anche di una sua irritazione o infiammazione.
Per capire la causa di questa alterazione può essere utile immaginare com’è fatta tale struttura. La fascia plantare è una sorta di “corda” tesa sotto il piede tra il calcagno e le dita. La sua continua messa in tensione tra questi due punti favorisce il supporto delle nostre ossa della volta plantare così da evitarne un probabile crollo che andrebbe inevitabilmente a comprimere strutture importanti e delicate come nervi e vasi sanguigni sottostanti. Oltre al ruolo di protezione questa corda naturale funge da ancoraggio per diverse strutture muscolari risultando essenziale anche per la corretta biomeccanica del piede. Da questa ne deriva la giusta distribuzione del carico durante il cammino e quindi il nostro benessere. Risulta semplice ora intuire come, essendo la fascia un crocevia di tensioni, la probabilità che venga sottoposta a stress eccessivo sia estremamente alta per chiunque.
La fascite è una problematica ancora più comune negli sportivi, solitamente i runners, che corrono in punta dei piedi, affrontano salite impegnative o eseguono frequenti cambi di direzione che favoriscono un ulteriore affaticamento meccanico.
Il dolore della fascite è spesso associato da molti sanitari a un reperto radiologico occasionale: la spina calcaneare. Importante è ricordare che questa escrescenza ossea è riscontrabile in più del 30% degli adulti che non hanno sintomi di tallonite. Di conseguenza una diagnosi di spina calcaneare comunicata al paziente genera un forte stress che aumenta il rischio di cronicizzazione del dolore e dovrebbero essere effettuate solo per escludere patologie gravi. Le onde d’urto sono un’opzione di trattamento della fascite efficace solo nei casi di dolore persistente. Attualmente le raccomandazioni per il trattamento della fascite includono nella maggior parte dei casi il ricorso allo stretching, ai plantari ortopedici o alle iniezioni. Queste sono soluzioni che possono rivelarsi efficaci nel breve periodo ma spesso non risolvono definitivamente i dolori, soprattutto nei runners.
La letteratura scientifica ha dimostrato come il trattamento elettivo per la fascite sia programmare un graduale rinforzo del fascio plantare con esercizi specifici e una corretta progressione del carico.